#1 Il profilo delle piccole imprese attive nell’e-commerce.
Confartigianato ha condotto uno studio su un campione di 400 piccole imprese artigianali, per capire la loro presenza nel web.
Sul totale del campione analizzato, il 12% delle imprese usa il web per vendere, il 72% ha una presenza web come vetrina ma non vende, e il 16% non è presente nel web.
Altri dati ci dicono che le imprese di artigiani che vendono online dichiarano di aver rilevato un aumento medio nella produzione fino al 6%. Anche chi non vende online, ma è presente in qualche modo nel web, ha rilevato aumenti di fatturato.
#2 Coronavirus e acquisti online: da gennaio a oggi consumi triplicati rispetto al 2019
Il 6 e 7 Maggio si è tenuta un’edizione on line del Netcom forum, l’evento di riferimento in Italia sui temi dell’e-commerce, del digital retail e della business innovation. I numeri presentati e le parole del presidente Roberto Liscia parlano chiaro: “un cambiamento strutturale della prossima Italia digitale”; “stiamo assistendo a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani. A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna”.
Un nuovo modello di commercio che permette anche ai piccoli artigiani di ampliare il proprio bacino di clienti.
#3 La sorpresa dell’e-commerce a chilometro zero
Cosa è l’e-commerce a chilometro zero? È un commercio elettronico di prossimità fatto da negozi, bar, ristoranti e gelaterie per i propri clienti affezionati. Abbiamo visto maestri gelatieri, cuochi, fruttivendoli improvvisarsi corrieri. Certo è una situazione emergenziale per non azzerare del tutto i guadagni, ma se c’è una cosa positiva che l’emergenza ci può lasciare è che molti proprietari di piccole attività hanno finalmente iniziato a considerare i canali digitali per promuoversi e vendere.
#4 Facebook a sostegno delle imprese. Intervista a Luca Colombo, country manager Italia di Facebook.
Il gruppo Facebook che comprende Facebook, Instagram e Whatsapp ha svolto un ruolo molto importante durante il periodo di lockdown sia come piattaforme di comunicazione tra gli utenti sia come strumenti che hanno permesso alle imprese di mantenere un contatto con i loro clienti.
L’abbiamo visto con i dati riportati sopra: quelle imprese che hanno saputo investire nella comunicazione on line hanno risentito meno della crisi da chiusura forzata. Vi proponiamo qui un’intervista a Luca Colombo che è il country manager Italia di Facebook dove si traccia un quadro del ruolo che le piattaforme potranno svolgere anche in futuro per le PMI.
“Messaggistica ed e-commerce”, sostiene Colombo, si candidano innanzitutto a diventare “un mezzo per consentire anche alle imprese piccole e medie di cogliere l’opportunità dell’esportazione, grazie anche alla presenza globale di Facebook”
Alcune conclusioni:
Alla luce di quanto letto abbiamo abbastanza elementi per sostenere la tesi che il lockdown ha sicuramente aperto una strada per molte aziende. Non bisogna dimenticare però che “Aprirsi al mondo dell’e-commerce non è né gratis né immediato”.
Non vogliamo assolutamente scoraggiare quanti si vogliono approcciare alla vendita on line ma vogliamo metterli in guardia da tanti sedicenti guru che oggi promettono guadagni facili e immediati con gli e-commerce fai da te.
Aprire un business on line deve essere visto come aprire un nuovo negozio: un e-commerce ha bisogno di personale qualificato che sappia gestire gli ordini e le spedizioni, ha bisogno di una strategia strutturata di web marketing che permetta agli utenti di farti trovare. Insomma, serve affidarsi a persone competenti e investire in modo accurato.